Scialpinismo sui vulcani del Cile
Scialpinismo sui vulcani del Cile, dall’Antuco all’Osorno, tra coni perfetti, boschi di araucarie e discese spettacolari
 
 Relazione
Un bellissimo viaggio alla scoperta dello scialpinismo sui vulcani del Cile. Dal Villarica al Llaima, dal Lonquimay all’Osorno, ogni vulcano racconta una storia diversa, fatta di antiche eruzioni, impianti sciistici che sembrano usciti da un’altra epoca e discese mozzafiato. Lo scialpinismo qui non è solo sport: è un modo per entrare in sintonia con una natura molto diversa dalla nostra, dove il vento porta l’odore dello zolfo e i boschi sono popolati da araucarie giganti. Voliamo con LATAM da Milano, scalo a Madrid e atterraggio a Santiago del Cile. Da qui prendiamo i nostri pick-up e iniziamo a scendere verso il nostro primo vulcano: l’Antuco.
Antuco
 
            Prenotiamo una cabaña poco sopra la località di Peluca. Confortevole, anche se a volte il riscaldamento decide di prendersi una pausa — e le serate qui sanno essere piuttosto frescoline. Dopo una colazione tranquilla partiamo verso il vulcano. Per salire bisogna pagare l’ingresso al parco: meglio farlo la sera prima, perché la procedura è solo online. Arriviamo fino alla base degli impianti. Purtroppo la neve non è molta e dobbiamo spallare per circa 400 metri. Una volta messi gli sci, però, troviamo una decina di centimetri di neve fresca che ci fanno ben sperare per la discesa. Puntiamo alla sella a sinistra della vetta, poi ramponi ai piedi affrontiamo il tratto finale, ripido e spettacolare. Il cratere è caldo e fuma, offrendoci un riparo naturale dal vento e dal freddo. Il panorama sulla Laguna del Laja è semplicemente magnifico.
Sempre a piedi ci spostiamo verso il canale che scende dal versante ovest. La prima parte è insciabile, ma poco dopo riusciamo a rimettere gli sci. La neve fresca caduta la sera prima, appoggiata su un fondo duro da rigelo, ci regala una sciata fantastica. Ci sono diverse opzioni di discesa: conviene scegliere al momento, in base alle condizioni. Il rientro, invece, è un po’ ostico — scarponi ai piedi e ciottoli vulcanici sotto. Se tenete ai vostri scarponi, portate quelli vecchi e già segnati. Prima di rientrare andiamo a vedere la laguna e ci concediamo una birra al bar: ce la siamo meritata. Buona la prima!
Scarica la traccia gps dell’Antuco
Lonquimay
 
            Ci spostiamo nella regione dell’Araucanía per salire il Lonquimay e il Llaima. Prenotiamo una bellissima cabaña vicino a Curacautín, ottima base di partenza per entrambi i vulcani. La strada di accesso al Lonquimay è agevole e qui troviamo gli unici impianti aperti di tutto il viaggio. Partiamo comodamente sci ai piedi dalla macchina, salendo a fianco delle piste. L’affollamento e l’antropizzazione rovinano un po’ l’atmosfera, soprattutto dopo la solitudine dell’Antuco. La salita è breve e diretta, ma regala comunque una bella discesa. Stupendo invece il bosco di araucárie giganti che si attraversa salendo: sembra di sciare in un paesaggio preistorico. A fine giornata ci concediamo una birra e un hamburger in uno dei numerosi pub lungo la strada, poi rientriamo al nostro alloggio.
Scarica la traccia gps del Lonquimay
Llaima
 
            Il giorno successivo affrontiamo il Llaima. Con i suoi 3.125 metri spicca imponente tra le foreste, circondato da numerose colate laviche. La strada di accesso è lunga e spesso accidentata, ma per fortuna i nostri pick-up non hanno problemi. Spettacolare la vista del vulcano circondato dalle araucarie giganti. Arriviamo alla base degli impianti — oggi chiusi — e iniziamo la salita. La prima parte consiste in un lungo avvicinamento fino alla base del cono finale. Il rigelo è perfetto e promette una sciata eccezionale al ritorno. La parte finale è spazzata dal vento e piena di sastrugi, quindi dobbiamo salire con i ramponi.
La vetta ci accoglie con una bella meringa di calabrosa, mentre più sotto l’immenso cratere ci ricorda la potenza del vulcano, ancora attivo oggi. Impossibile sciare la prima parte: scendiamo sempre con i ramponi ai piedi per circa 100 metri prima di rimettere gli sci. Iniziamo quindi la discesa in un labirinto di sastrugi; poi la neve migliora progressivamente, fino a diventare un vellutino primaverile perfetto. Non potevamo chiedere di più. Rientriamo pienamente soddisfatti: una gita impegnativa, ma che ci ha regalato una sciata stupenda.
Scarica la traccia gps del Llaima
Villarrica
 
            Prossimo obiettivo: il Villarrica, un vulcano dal cono perfetto. Pernottiamo in un appartamento nella bella cittadina di Pucón. Siamo in una zona turistica, meno selvaggia della regione dell’Araucanía. Qui si nota subito che il tenore di vita è più elevato: lo capisci dalla presenza di un negozio della Patagonia. La strada che porta agli impianti è sempre sterrata, ma più agevole di quella del Llaima. Riusciamo a mettere gli sci dopo un breve spallaggio. La salita è molto diretta e, come al solito, gli ultimi metri li facciamo con i ramponi.
Il cratere sommitale è certamente il più bello tra tutti quelli visti finora: sembra davvero una porta dell’inferno. Il vento ci spinge quasi a terra, ma non rinuncio a fare un giro completo, immerso tra i fumi e l’odore di zolfo. Dalla vetta, magnifica vista sul Lanín, un vulcano impressionante con i suoi 3.776 metri. Ci sfiora il pensiero di salirlo, ma credo non sia la stagione giusta. Dai 2.600 metri in poi siamo sempre saliti a piedi: posso solo immaginare cosa voglia dire farsi 1.000 metri di spallaggio per arrivare in cima e non poter neanche sciare. Come al solito, la parte alta della discesa non è un granché, poi però la neve smolla e ci divertiamo come matti.
Scarica la traccia gps del Villarrica
Osorno
 
            Il tempo si guasta e ci dedichiamo alla visita dell’Isola di Chiloé, tra villaggi di pescatori e splendidi panorami sull’Oceano Pacifico. Non ci possiamo comunque lamentare: fino a ora il tempo è stato dalla nostra parte. Sfruttiamo una breve finestra di bel tempo per salire l’Osorno, con la sua vasta calotta glaciale. La strada per gli impianti è tutta asfaltata. Partiamo con molta calma verso mezzogiorno, visto che le previsioni danno miglioramento. Salendo sbuchiamo fuori dalle nuvole, potendo ammirare lo splendido Lago Llanquihue.
Il ghiacciaio si è molto ritirato rispetto ad alcune relazioni che avevo letto in rete. Lungo la via di salita non ho avvistato alcun crepaccio. Anche la parte finale — data per molto ripida da alcune fonti — è semplice e in linea con gli altri vulcani. Dal cratere sommitale, completamente ricoperto dal ghiaccio, la vista sull’imponente Cerro Tronador è splendida. Riusciamo a sciare dalla vetta. Oggi la neve non sarà bella neanche in basso, ma siamo comunque contenti di essere riusciti a salire questo iconico vulcano. Al rientro il ranger dal parco vuole darci una multa per non aver registrato anticipatamente la richiesta di salita alla vetta. Ci grazie, ma informatevi bene prima di salire.
Scarica la traccia gps dell’Osorno
Casablanca
 
            Il giorno successivo sfruttiamo un’altra breve finestra di bel tempo per salire il Casablanca. Dall’Osorno sono circa due ore e mezza di auto, ma vogliamo sciare un ultimo vulcano. Molto suggestiva la sterrata che sale agli impianti: 18 km immersi nella foresta. Davvero surreale trovare degli impianti da sci in un ambiente del genere. Con il pick-up riusciamo a salire molto più in alto, fino alla prima lingua di neve. Non credo si potesse fare, e infatti al rientro ci ammoniscono. La salita, così come la sciata, sono brevi, ma ne valeva la pena. Consideratelo come un vulcano extra da salire con tempo incerto.
Scarica la traccia gps del Casablanca
Conclusioni
 
            È stata davvero un’esperienza unica. Se state pensando a un viaggio diverso dal solito, dove la natura sorprendente si unisce a belle sciate, questo itinerario fa davvero al caso vostro. Noi siamo partiti con il pick-up da Santiago e siamo scesi per affrontare i vulcani da nord a sud, rientrando poi in aereo a Santiago. Ci è parsa una strategia vincente, ma chiaramente tutto dipende dal tempo: si può fare anche al contrario, oppure prendere un aereo per Temuco e risparmiare un trasferimento.
Il pick-up, oppure un 4x4 alto da terra, è fondamentale: tutti gli accessi ai vulcani, tranne l’Osorno, sono su strade sterrate. Le cabañas si possono prenotare di volta in volta, non è necessario farlo in anticipo. Il periodo che abbiamo scelto è quello giusto, ma chiaramente ogni anno può essere diverso. Il meteo è spesso instabile: noi siamo stati fortunati facendo sei vulcani, ma può capitare di non riuscire a farne nemmeno uno se le condizioni peggiorano.
Consiglio un set da scialpinismo primaverile: io avevo l’Orb da 90 mm al centro e scarponi a due ganci, perfetti su questo tipo di terreni. rampanti usati poche volte, meglio mettere i ramponi quando si fa fatica a salire. Artva pala e sonda direi superflui per le condizioni che abbiamo trovato. Anche per l’abbigliamento direi di portare lo stesso tipo di indumenti che usiamo in primavera sulle Alpi. L’unica differenza è il vento fortissimo che si trova sulle cime. Le gite sono lunghe, quasi sempre con dislivelli superiori ai 1.500 m, quindi partite ben allenati.
Galleria fotografica
Potete usare le foto come volete, ci dedico tempo e passione quindi una citazione con il link al mio blog è opzionale ma tanto gradita. In questo caso scrivetemi per dirmi dove l’avete usata 🙂
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