L’arrivo in vetta
Scialpinismo al Bärenhorn, L’arrivo in vetta

Rientro allo scialpinismo dopo un piccolo incidente di percorso. Ebbene si, mi sono rotto la clavicola volando sugli sci. Engadina, zona Surgonda, parto dalla cresta, una curva veloce e poi il volo. Un maledetto sasso nascosto — detto anche “Việt Cộng”— mi ha fatto letteralmente decollare, atterrando sulla spalla. Poteva andare molto peggio, visto che non avevo il casco. Mi è servito da lezione, bisogna sempre mettere il casco, anche su itinerari semplici.

Partenza da Nufenen

Scialpinismo al Bärenhorn , Una delle tante baite lunga la dorsale
Una delle tante baite lunga la dorsale

Per fortuna si è trattata di una frattura composta, ho continuato ad allenarmi in palestra durante il mese di stop forzato. Prima uscita quindi, in una zona comoda da raggiungere. Ero già stato al Tällihorn esattamente un anno fa notando questa bella cima. Partiamo da Nufenen con gli sci ai piedi, stranamente non c’è nessuno. Lasciamo il parcheggio vicino alla stalla e iniziamo a risalire i pendii dietro il paese.

Puntiamo l’evidente dorsale di destra — Höhegga — che fiancheggia la Butzner Tälli. Ogni tanto usiamo” la stradina per evitare gli strappi più ripidi e scaldare le gambe. Iniziamo a risalirla con buon ritmo, le pendenze sono regolari e la neve compatta. Qualche imprecazione per delle scodate delle pelli, ma niente di grave.

Traverso e vetta

Scialpinismo al Bärenhorn, Il traverso dopo il colletto
Il traverso dopo il colletto

Arriviamo al colle da dove appare la vetta. In realtà siamo saliti troppo, bisognava stare più bassi. Il traversone infatti diventa sempre meno agevole più si sale lungo la cresta. Siamo costretti a mettere i rampanti per affrontarlo da questa quota. Al termine del traverso riprende la salita verso la vetta. Con un ampio semicerchio aggiriamo la parete SE del Bärenhorn , su un ripiano morenico, puntando la cresta NE.

Il pendio che sale alla cresta è abbastanza ripido e la neve dura lo rende insidioso. Con qualche scivolata e alcuni passaggi “su roccia” arriviamo in cresta. Stando dapprima sulla dorsale, poi spostandoci sul lato nord — rampanti — guadagniamo l’ampia e panoramica vetta. Siamo soli, uno spettacolo meraviglioso!

Discesa super su neve dura e portante fino quasi alla macchina, con solo qualche imprecazione sul finale. Dico la mia: a me questa neve piace, si lascia sciare benissimo. Tutti aspettando nuove nevicate, ma a me sinceramente queste condizioni con tempo stabile e neve da pista non dispiacciono.