Argentera dal Rifugio Remondino
Via normale alla Cima sud dell’Argentera con partenza dal Pian della Casa del Re

Relazione
Mi mancava ancora la cima più alta delle Alpi Marittime, e finalmente siamo riusciti a salirla. In teoria si può affrontare anche in giornata, ma abbiamo preferito prendercela con calma pernottando al Rifugio Remondino. Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Gesso fino a Pian della Casa del Re: la strada non è nelle migliori condizioni, ma con un’auto con una buona altezza da terra si percorre senza problemi, non serve un fuoristrada. Per noi appassionati di meteorologia queste valli hanno quasi un’aura leggendaria per l’incredibile innevamento che ricevono nel trimestre invernale. Qui infatti le ciclogenesi liguri scaricano grandi quantità di precipitazioni, e la particolare orografia permette nevicate fino a quote molto basse. Può addirittura capitare che, mentre qui nevica fino in pianura, sulle Prealpi lombarde piova anche oltre i 2000 metri.
Partenza da Pian della Casa del Re

Il sentiero sale in modo diretto e costante fino al rifugio, che rimane ben visibile quasi fin dalla partenza. Il Remondino è molto accogliente e offre una cucina di qualità: la cena compresa nella mezza pensione propone piatti semplici e tradizionali, mentre le proposte extra sono davvero notevoli. Da provare assolutamente le acciughe in salsa verde, perfette anche come merenda al rientro. Il personale è gentilissimo: vale davvero la pena concedersi una notte qui.
Dal Rifugio Remondino alla vetta

Sveglia presto, colazione alle 6:30 e partenza alle 7:30. Si risalgono alcune pietraie abbastanza stabili fino alla base del Canale dei Detriti: dal rifugio sembra una salita interminabile, ma in realtà una traccia ben segnata sale a zig-zag fino al colle e la rende più agevole del previsto. Dal Passo dei Detriti si apre la vista sulla parete finale con la celebre cengia. Per maggiore sicurezza ci leghiamo, anche se a mio parere il passaggio è fattibile anche slegati. Le guide hanno attrezzato il percorso con comodi moschettoni per il passaggio della corda. Le vecchie corde fisse erano state rimosse, ma qualcuna è stata nuovamente posizionata, in particolare al “passo del gatto” e sulla breve paretina finale.

In generale, la cengia non presenta grandi difficoltà: l’unico tratto che può richiedere un po’ di attenzione è proprio il “passo del gatto”, soprattutto all’andata. La paretina conclusiva è semplice e incassata, quindi l’esposizione risulta minima. In caso di rimozione delle corde, in discesa potrebbe comunque essere utile assicurare gli escursionisti meno esperti con un mezzo barcaiolo. Eccoci finalmente in vetta. Purtroppo la giornata è piuttosto fosca e il panorama non rende giustizia alla bellezza del luogo. Il rientro segue lo stesso itinerario della salita e, una volta tornati al rifugio, ci concediamo le immancabili acciughe in salsa verde come meritato premio. Una salita davvero piacevole, alla portata di molti: per i più allenati e esperti, è possibile affrontarla anche in giornata con scarpe da trail portando solo il casco.
Galleria fotografica
Potete usare le foto come volete, ci dedico tempo e passione quindi una citazione con il link al mio blog è opzionale ma tanto gradita. In questo caso scrivetemi per dirmi dove l’avete usata 🙂
Mappa e tracce
- Quota minima
- 0m
- Quota massima
- 0m
- Dislivello
- 0m
- Distanza
- 0km
NB: La rilevazione gps potrebbe non essere sempre precisa e riportare valori errati
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