Quasi al deposito sci
Monte Yotei

Purtroppo questa vacanza in Giappone non ci ha regalato la famosa polvere, bensì alta pressione e caldo anomalo fuori stagione. Il lato positivo è che siamo riusciti a salire la montagna simbolo di questa zona, di solito impraticabile per le frequenti nevicate e i forti venti.

Salita per la Makkari Route

Sulla dorsale della via
Sulla dorsale della via

Ci sono diverse vie per salire il vulcano. La più diretta e con meno dislivello è sicuramente la Makkari. Se volete avere un elenco esaustivo di tutte le vie potete consultare questo sito. Partiamo da Niseko e in venti minuti circa arriviamo al Yotei Nature Park dove parcheggiamo. Si parte subito sci ai piedi in direzione della montagna. Dopo pochi metri si incontra l’inizio vero e proprio della via, segnato da un cartello con un picchio. La parte iniziale attraversa un fitto bosco di betulle.

Mano a mano che si sale il bosco si dirada e le pendenze aumentano. Guadagniamo la dorsale e superiamo il limite delle nuvole. In questo preciso momento, ci si presenta lo spettacolo delle betulle avvolte nella galaverna, creando un contrasto incantevole con il cielo blu. È un'immagine indimenticabile.

La salita al Cratere

Nella parte alta del cono
Nella parte alta del cono

Molti iniziano la discesa qui. La neve nella parte alta è quasi sempre ventata e brutta da sciare. Noi invece siamo determinati a salire in cima e ripartiamo. Molti, vedendoci salire, si accodano nel tentativo di vetta. La lunga fase di alta pressione ha reso i pendii finali molto sicuri e riusciamo a salire senza problemi. Normalmente, oltre il limite del bosco, il pericolo valanghe è elevato.

Rimaniamo sempre sulla dorsale a lato di un bel canale che affronteremo in discesa. Poco più avanti lo attraversiamo ma siamo costretti a togliere gli sci, impossibile proseguire oltre per via del vento che ha eroso i pendii sommitali facendo affiorare una fitta rete di arbusti.

Glu ultimi 100m a piedi
Glu ultimi 100m a piedi

Fabiana si ferma qui, proseguo da solo fino in vetta senza ramponi. Eccomi sul cratere, davvero suggestivo essere qui con gli sci. Non posso perdermi la discesa fino al centro del cratere, quindi calzo gli sci e parto. Polvere spettacolare riportata dal vento, è tutto perfetto. Rimetto le pelli e risalgo verso destra dove la pendenza è minore, per poi tornare al punto di partenza. La discesa migliore è sicuramente quella lungo il pendio sudovest, raggiungibile in pochi minuti dall’arrivo della via. Qui si accumula tutta la neve dei fronti che arrivano da nordovest.

La discesa dalla vetta

Tracce sul punto migliore per la discesa
Tracce sul punto migliore per la discesa

Riemetto gli sci e inizio a scendere verso valle. La parte iniziale è terribile. Si scia su calabrosa attaccata alle rocce vulcaniche, sopravvivenza pura. Più in basso la neve nel canale aumenta e la sciata diventa piacevole, sempre su pendenza sostenute. Rimaniamo a lungo nel canale per poi abbandonarlo e riprendere la via di salita. A metà ottima neve primaverile che più in basso però diventa polenta estiva. Follie del cambiamento climatico.

Finale divertente nei boschetti e rientriamo all’auto. Una salita indimenticabile assolutamente consigliata se trovate una giornata di bel tempo e le condizioni giuste. In questo caso sicuramente non sarete da soli, non aspettatevi ambienti solitari. Meglio portarsi dietro ramponi e rampanti, potrebbero servire. Gli stranieri la considerano the pinnacle of your skiing career per noi alpini abituati all’ingaggio è una normale BS con discreto dislivello 😉