Bellissima sciata nella parte alta
Mont Gelé

Dopo il tentativo fallito dell’anno scorso io e Matteo decidiamo di riprovare il Mont Gelé, viste le recenti nevicate che hanno interessato la zona. Partiamo alle 5:30 da Cinisello direzione Bionaz. Lasciamo l’auto in località Ruz — ampio parcheggio — e ci prepariamo per la salita. Siamo solo noi e Corrado, un “local” che verrà in cima con noi.

Partenza dalla località Ruz

Il traverso per il Rifugio Crête Sèche
Il traverso per il Rifugio Crête Sèche

Seguiamo la poderale innevata fino a quota 2090m dove iniziamo a salire i pendii sopra di noi. Con un lungo traverso verso sinistra raggiungiamo il Rifugio Crête Sèche dove ci fermiamo per una brave sosta. Ripartiamo in direzione del Bivacco Spataro, già visibile dal rifugio. Il bivacco si raggiunge grazie a un ripido pendio, uno dei pochi punti critici dell’itinerario.

Dal bivacco si procede lungo il bellissimo Plan de la Sabla, fino all’attacco del ripido canale che permette di guadagnare i pendii superiori. Questo è il secondo e ultimo tratto critico dell’itinerario in caso di manto instabile. Al termine del canale siamo costretti a togliere gli sci per pochi metri. Rimessi gli sci risaliamo una bella valletta al cospetto di maestose pareti. Procediamo quindi lungo un’altra piana, prima di affrontare l’ultimo strappo che porta al Colle del Mont Gelé.

Il ghiacciaio è ancora lontano
Il ghiacciaio è ancora lontano

Dal Colle diventa visibile la vetta, ancora lontana! La quota si fa sentire, procediamo a testa bassa sul ghiacciaio stando vicino alla bastionata rocciosa che segna il confine con la Svizzera. Pochi crepacci avvistati, tutti nella parte bassa. Arriviamo alla base del pendio di vetta. Oggi si riesce a salire sci ai piedi fino in cima.

La vetta e la lunga discesa

Dalla vetta del Mont Gelé verso nord
Dalla vetta del Mont Gelé verso nord

Eccoci in vetta, oggi sferzata da una forte vento. Maestoso il panorama sul Grand Combin, uno dei miei sogni sci alpinistici. Partiamo direttamente dalla croce, facendo attenzione alle prime curve. Quasi 1000m di ottima neve primaverile, discesa davvero emozionante. Peccato per le gambe stanche dalla lunga salita, ma ne vale sempre la pena in giornate come queste. Dal Rifugio in poi “polenta spaccagambe”, si tratta solo di salvare le ginocchia.

Gita che si svolge in un ambiente stupendo, merita davvero. In giornata è una bella mazzata, volendo si può spezzare in due giornate dormendo al rifugio. Noi siamo partiti alle 7:45 da Ruz. “Timing” perfetto per la salita e leggermente lungo per la discesa. Partire prima ci avrebbe regalato una sciata migliore nella parte bassa a discapito di una salita più faticosa con i rampanti.