In vista della Fuorcla Punt Ota
Piz Punt Ota

Marco mi propone questo giro ad anello in Engadina. Partiamo da Brail — nei pressi di una piazzola di sosta lungo la strada — con un frizzante -24°C. I primi metri all’ombra sono terribili, perse subito le dita delle mani. Dopo circa 100m siamo al sole e sopra l’inversione termica. Classico “termotrauma” engadinese, che porta dal piumino al gilet in pochi metri.

La salita lungo la Val Punt Ota

La Val Punt Ota
La Val Punt Ota

Ci addentriamo nella lunga Val Punt Ota. Marco parte a razzo ed è già imprendibile, noi seguiamo a ruota. A circa metà salita si devia decisamente verso nord per aggirare il versante meridionale della nostra vetta. Poco dopo si piega versa ovest per raggiungere — l’ormai visibile — Fuorcla Punt Ota.

La cresta finale
La cresta finale

Lasciati gli sci saliamo in vetta per la cresta NW. La cresta è fatta di rocce rotte, utili i ramponi in caso d’innevamento abbondante. In vetta stupendo panorama sulle montagne circostanti, con in primo piano il Piz Kesch. Scendiamo di nuovo alla forcella e ci prepariamo per la discesa verso la Val Susauna.

L’eterna discesa in Val Susauna

Bellissime curve sotto il passo
Bellissime curve sotto il passo

La prima parte è stupenda, vallette e dossi intonsi con neve da urlo. La sciata termina circa a 2100m, poi inizia un lungo ed eterno rientro. Un infinito alternarsi di saliscendi che si trasformerà in una vera e propria sessione di sci di fondo, estenuante.

Alla fine lo scialpinismo è anche questo, sapersi adattare a ogni condizioni e chiudere lunghi anelli in pieno inverno. Dopo circa 19km arriviamo alla macchina lasciata precedentemente da Marco in Val Susauna.

L’eterno rientro
L’eterno rientro

Sicuramente un gita avventurosa, con un ambiente selvaggio e solitario e una bella sciata nella parte alta. Tanto sacrificio al rientro, forse conviene addirittura rimettere le pelli per fare meno fatica.