Panorama dalla vetta
Pizzo di Gino, scialpinismo, panorama dalla vetta

Tentativo fallito il giorno prima con Pietro. Non abbiamo avuto una bella idea ad andare in Val Cavargna in piena irruzione da est. In questi casi le correnti fredde si addossano sulle prealpi occidentali portando nevicate sparse. Speravamo in qualche schiarita oltre una certa quota ma purtroppo nebbia e neve fino a 1700m dove abbiamo desistito.

Pizzo di Gino, nebbia in quota e qualche fiocco svolazzante
Nebbia in quota e qualche fiocco svolazzante

Partenza da Revolè

Torno da solo il giorno dopo, con una splendida e fredda giornata di sole. Lascio la macchina al parcheggio di Revolè — posti limitati, partite presto — e mi incammino, sci in spalla, lungo la stradina che si inoltra in Val Piazza. Vi sconsiglio di andare oltre Revolè con la macchina in inverno. La strada non è protetta e si trovano spesso ghiaccio e neve.

Riesco a mettere gli sci dopo i due tornanti in salita; in breve raggiungo il ponticello in località Fous. Subito dopo il ponte risalgo una stradina sulla destra per poi piegare a sinistra — segnavia bianchi e rossi — verso gli alpeggi. Bisogna guadagnare l’evidente spallone SW.

Ci sono due alternative. Raggiungerlo subito, per poi aggirare un risalto roccioso sulla destra con un traverso, oppure stare sulla destra subito — verso la chiesetta — e guadagnare la dorsale dopo lo sperone roccioso.

Pizzo di Gino, scialpinismo, inizia la dorsale
In basso, lo sperone roccioso a inizio cresta

Io opto per la prima variante anche se forse la seconda sale in modo più regolare ed evita il traverso. Attenzione alle valanghe che spesso si staccano dai pendii superiori e che possono raggiungere questo tratto.

Da qui in poi è impossibile sbagliare, si deve seguire l’evidente dorsale fino all’anticima. Il terreno è spesso eroso dal vento e bisogna affrontare tratti su erba. Il freddo intenso e il vento hanno lisciato la neve rendendola molto compatta e ghiacciata, siamo al limite per salire senza rampanti.

Pizzo di Gino, scialpinismo, il tratto esposto per arrivare in vetta
Il tratto esposto per arrivare in vetta

La salita procede sempre regolare senza strappi fino all’anticima. Qui lascio gli sci per salire in vetta. Breve tratto di cresta leggermente esposto. Oggi è in condizioni perfette, non servono neanche i ramponi. Meglio averli dietro comunque. Il panorama dalla vetta è grandioso, dal Lago di Como ai quattromila del Vallese.

La discesa dal canale sud

Pizzo di Gino, scialpinismo, discesa dal canale sud
L’itinerario di discesa

Torno al deposito sci e mi preparo per la discesa. Le tracce scendono lungo il canalone sud, che si imbocca subito dopo l’anticima stando sulla sinistra. Oggi le condizioni sono buone, freddo e neve stabile. Il pendio è comunque ripido e bisogna valutare attentamente le condizioni, specialmente in caso di forte riscaldamento. Sciata spettacolare su pendenze sempre sostenute fino alla fine dal canale.

Pizzo di Gino, scialpinismo, attraversamento della valanga
Attraversamento della valanga

Con un lungo traverso mi ricongiungo all’itinerario di salita, non prima di aver attraversato una grande valanga scesa probabilmente a inizio mese. La valanga ci ricorda che si tratta comunque di un ambiente severo, la gita richiede un’attenta valutazione del manto nevoso.

Itinerario stupendo, sia per l’ambiente che per la discesa molto remunerativa. Le condizioni migliori si trovano a inizio primavera, neve permettendo. In questo caso il timing è tutto, bisogna partire presto e intraprendere la discesa quando la neve inizia a trasformarsi.