Scialpinismo al Tresero dal Gavia

Scialpinismo al Tresero dal Gavia con pernottamento in tenda nei pressi del Rifugio Berni

La cresta finale

Relazione

Classico appuntamento di fine stagione. Stefano si presenta puntuale, per lui sarà la prima e ultima uscita stagionale! Partiamo da Lissone direzione Passo del Gavia. Mettiamo la tenda proprio sul piazzale del Rifugio Berni. Ci sono diverse macchine, ma siamo gli unici che dormiremo in tenda. Tutti comodi nei loro camper, non ci sono più gli scialpinisti di una volta!

Pernottamento in tenda al Gavia

Buona notte!

Per la cena un classico con stile: cappelletti freschi (non Barilla) con cuore di brodo Star alle verdure, lusso sfrenato! Mettiamo le pelli, riponiamo gli sci in macchina e andiamo a dormire. Temperatura frizzante, ma niente d’impegnativo. Partiamo alle prime luci dell’alba. Tantissima gente sul percorso, ma lo sapevamo: non è una gita per gli amanti dell’avventura.

Partenza all’alba

Giriamo a sinistra verso il Ghiacciaio di Punta Pedranzini

Per fortuna nessun togli e metti, neve continua su tutto il percorso. Togliamo le pelli per affrontare la breve discesa di 100m circa che ci deposita sul fondo della Val Dosegù. Primo strappo ripido ma che non necessita l’uso dei rampanti. Poi falsopiano fino al bivio per il San Matteo. La maggior parte degli sciatori non va al Tresero, ma siamo comunque in ottima compagnia.

Il percorso è agevole e intuitivo, fino alla base del pendio che permette di guadagnare la cresta. Il pendio si trova oltre il Bivacco Seveso, poco prima della vetta. Neve già cotta dal sole, caldo africano e sudata pazzesca. Deposito sci poco agevole sotto la placchetta finale, che si supera con l’aiuto di una corda. La cresta è facile, solo a tratti esposta.

Vetta e sciata finale

Discreta sciata su buon firn

Vetta magnifica, panorama grandioso dai Forni al Bernina. Quattro anni fa non ero riuscito a vederlo. Discesa niente male su firn cotto ma non troppo. Pendenze ideali per lo sci fino al falsopiano. Ultime splendide curve sul pendio finale prima della straziante risalita al colletto sotto un caldo torrido. La prossima volta ripello fino allo scollinamento della Sforzellina, ne vale la pena.

Rieccoci al passo, dove abbiamo strategicamente riposto due birre nella neve per una merendona finale stile CAI. Il Rifugio è chiuso, molti ci guardano con invidia. Potevamo allestire un bar clandestino e vendere tutto a caro prezzo! Ramponi e picozza non usati, fra poco diventerà una salita escursionistica, il ghiacciaio ha gli anni contati.

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