Al cospetto del Bernina
Scialpinismo al Piz Chalchagn

Il Nibi (anche conosciuto come Riccardo Scotti) mi aveva promesso una sciata insieme se avessi iniziato a fare scialpinismo. Ogni promessa è debito e quindi eccoci qui insieme al Nardo e al mitico Puntel nella valle del Bernina. Caldo umido quasi irreale alla partenza dalla stazione del Morteratsch, da giorni correnti da sud stanno portando un notevole innalzamento delle temperature in quota oltre ad una grande quantità di sabbia.

Partiamo sci a piedi poco dopo il parcheggio seguendo la pista da fondo che va verso il ghiacciaio. L’abbandoniamo quasi subito sulla destra seguendo le tracce che salgono nel bosco. La salita è un bel delirio, ma niente in confronto a quello che troveremo in discesa. Si susseguono diversi passaggi su erba e qualche ponte sulle radici. Ci accorgiamo però di essere andati troppo avanti, decidiamo quindi di tornare indietro per seguire una pista che saliva più diretta.

Scialpinismo al Piz Chalchagn
Nel bosco

Scelta corretta, la salita iniziava prima; poco male, riaffrontiamo l’erba e le radici, questa volta in leggera discesa, giusto per non farci mancare niente. La salita nel bosco è ripida, le inversioni non sono per niente banali. In qualche modo spuntiamo fuori dal bosco e il gruppo del Bernina ci appare in tutta la sua maestosità. Passiamo a fianco ad una stazione meteo, e da qui iniziamo a risalire i pendii in direzione N-NW verso l’evidente vetta.

L’ultimo tratto è ripido (30-35°) e lo affrontiamo tutti rampanti ai piedi (la prima volta per me), tranne il Puntel, che di solito li monta solo con pendenza superiori al 70%. In breve siamo sulla facile e breve cresta che conduce ai 3154m della vetta. Panorama superbo sul Bernina e l’Engadina, merita! Iniziamo la discesa dopo un assaggio di Bitto DOP portato dal Nibi. La prima parte è fantastica e surreale: neve dura con leggero spolverino superficiale, il tutto in un’atmosfera sahariana.

Scialpinismo al Piz Chalchagn
Cima del Piz Chalchagn

Dopo poco però inizia il delirio. La crosta cede e fare le curve diventa un’impresa, l’obiettivo diventa quindi portare a casa le ginocchia. Nel bosco le condizioni peggiorano ulteriormente, neve alta sfondosa con sassi affioranti. Ormai è diventata una lotta per la sopravvivenza. In qualche modo riusciamo a scendere e a ritornare alla macchina. Per me, alla quarta uscita di sempre, è stata una bella prova!