Dal Piz d’Emmat Dadaint
Piz d’Emmat Dadaint, Quasi in cima

Temperature altissime per il periodo, pericolo valanghe 3 marcato. Non ci sono molte alternative se si vuole andar per monti. Se aggiungiamo il fatto che in Italia è un giorno festivo mentre in Svizzera no: allora Engadina, Passo Julier, la Veduta e, questa volta, direzione sud verso il Passo di Grevasalvas, con meta la cima del Piz d’Emmat Dadaint.

Partenza da La Veduta

Piz d’Emmat Dadaint, Il Lago Grevasalvas
Il Lago Grevasalvas

Alle 8 in punto io con gli sci, mio padre e Sergio a piedi con le ciaspole nello zaino, ci muoviamo dal parcheggio della Veduta assieme a pochi scialpinisti italiani. Non fa molto freddo, ma c’è stato un lieve rigelo per cui si procede bene, senza sfondoni, per il primo tratto che ci porta su un dosso appena sopra la strada del passo.

Persi una cinquantina di metri, saranno dolori al ritorno, proseguiamo in direzione S verso il pianoro che racchiude il Leg Grevasalvas posto a 2390 m. Attraversiamo il lago ancora ghiacciato per riprendere i pendii puntando al Passo di Grevasalvas.

In pratica seguiamo il sentiero estivo, ancora sommerso da un abbondante spessore di neve, in un ambiente selvaggio con, a sinistra la parete W del Piz Lagrev, salito qualche anno fa, ed a destra i contrafforti del Piz d’Emmat Dadora.

Saliamo dritto per dritto fino allo strappo che porta al Passo di Grevasalvas, che non raggiungiamo, per poi piegare decisamente a W e risalire il pendio verso la vetta della nostra meta ben visibile sopra di noi. Il sole picchia, la neve si sta smollando per cui ciaspole per mio padre e Sergio.

Risaliamo il pendio non eccessivamente ripido, saranno un 35°, con alcuni zig zag fino sotto le roccette della cresta sommitale. Qui togliamo sci e ciaspole e con pochi passi siamo in vetta al Piz d’Emmat Dadaint. Come sempre l’Engadina ci regala panorami a tutto tondo! Pochi minuti di sosta per ritornare a calzare io gli sci, mio padre e Sergio i ramponi.

La discesa

Prima curva come sempre critica, poi più facile per neve discreta. Un’unica volata fino al lago dove attendo i miei soci che mi raggiungono ciaspolando in neve ormai molle e pesante. Qualche piccola slavina si stacca dal Lagrev, ma niente di preoccupante: siamo abbondantemente a distanza di sicurezza. Ripello per la risalita al dosso di quota 2449 e poi giù al parcheggio della Veduta.

Facile e breve scialpinistica senza particolari pericoli. Percorribile anche con le ciaspole senza problemi. Sciisticamente non è un granché, meglio seguire l’itinerario che parte dopo La Veduta.