La cresta dei Denti della Vecchia
Denti della vecchia, dal Passo Biscagno

Andiamo ad esplorare le ultime cime della Val Colla nel vicino Canton Ticino. Dopo il Monte Bar, il Camoghé ed il Gazzirola mancano proprio i caratteristici Denti della Vecchia: una bella serie di torri calcaree che fanno da confine fra Italia e Svizzera.

Data la vicinanza parto, con mio padre, ad un orario umano per raggiungere la località Creda nel comune di Villa Luganese. Lasciata l’auto appena dopo il Crotto Creda a quota 640m circa, retrocediamo leggermente fino a trovare le paline segnaletiche gialle che indicano l’Alpe Bolla che raggiungeremo per un bel sentiero nel bosco.

Tipico sentiero svizzero ben segnalato, ben tracciato e con molti zig-zag che consentono di salire veloci ma senza fatica. In questo inverno senza neve, almeno fino ad ora, non troviamo praticamente neve o ghiaccio ma solo una spessa coltre di foglie di faggio nella quale affondiamo spesso e volentieri fino a mezza gamba!

Dall’Alpe Bolla alla vetta

Denti della vecchia, Passo Biscagno
Passo Biscagno

Eccoci all’Alpe Bolla 1128m con il suo Crotto in una bella giornata, neanche tanto fredda e senza vento. Pieghiamo ora a N per i pascoli del Pian de’ Scagn raggiungendo in breve tempo la Bocchetta di Brumea 1262m dove troviamo i caratteristici cippi di confine. Il sentiero prosegue ora verso N e, fatta una breve disgressione per salire la facile cima Monte Croce 1310m con un bellissimo affaccio sulla Val Colla sottostante e la conca di Lugano con il suo lago, continuiamo a mezza costa questa volta in direzione NE, sempre sul filo di confine, fino al Passo Streccione 1399m costituito da un’ampia sella in un bosco di faggi.

Da qui prendiamo il sentiero, segnato con cerchi gialli che racchiudono uno sbiadito bollino blu, che ci porterà in vetta al Sasso Grande per la nuova via normale e che consente di evitare il canalino con un passaggio di III° grado riportato in relazioni più datate.

La traccia di sentiero, ben evidente, sale un poco nel bosco di faggi fino ad un intaglio da cui scendiamo per un canale di detriti sul versante svizzero fino a quando questo piega a SW per risalire un altro canale. Qui abbiamo la biforcazione che a destra percorre le “vecchia” via di salita ed a sinistra segue la “nuova” via normale.

Denti della vecchia, Sasso Grande
Facili passi di arrampicata

La salita si fa via via più ripida fra paretine, diedri, pini mughi, ottimi quale appiglio, con difficoltà di arampicata mai superiori al II° grado. Stiamo molto attenti a non perdere i nostri cerchi gialli! Perdere il filo del percorso ci porterebbe su pareti di difficoltà ben superiore e con esposizioni da brivido.

Quando la salita si fa meno verticale ecco un grazioso passaggino. Un intaglio fra due torrioni che superiamo con un passo cercando di non guardare gli oltre venti metri di vuoto sottostante. Ancora pochi passi di I° grado ed eccoci in vetta al Sasso Grande 1490m la cima più alta della costiera dei Denti della Vecchia.

Breve sosta con foto di rito e sguardo sul panorama tutto attorno; poi discesa con attenzione perché le difficoltà, come detto sono contenute, max. II° grado, ma l’esposizione non lo è.

Rientro dalla Capanna Pairolo

Capanna del Pairolo
Capanna del Pairolo

Ritornati al Passo Streccione lasciamo sulla sinistra il sentiero che scende a N, per prendere quello che, in direzione NE lungo la linea di cresta, con molti saliscendi, qualche placchetta di neve e ghiaccio, ci porterà fino al colle dove è posizionato la Capanna Pairolo a quota 1349m.

Oggi facciamo i bravi! Niente sosta, niente birra, niente rösti. Dalla Capanna ritorniamo in direzione SW verso il nostro punto di partenza: Creda, seguendo un sentiero che passa per vari alpeggi, ora su pascolo aperto, ora in boschi di faggi ove ritroviamo di frequente la traccia coperta da un spesso strato di foglie.

Bel giro ad anello, in una natura selvaggia, di grande soddisfazione, adatto a tutti in quanto si può benissimo evitare il Sasso Grande se uno non se la sentisse di salirlo. Un giro ad anello con senso! Non uno dei nostri “senza senso” cioè di lunghezza kilometrica e dislivelli impossibili!