La Linea Cadorna dalla vetta
Pizzo Proman, La Linea Cadorna dalla vetta

Non riesco a rinunciare all’autunno in Val Grande, neanche con un ginocchio completamente fuori uso in attesa di una diagnosi più accurata. Decidiamo di salire al Pizzo Proman per vedere un versante della valle che ancora mi mancava, quello di Premosello. È la classica via di uscita di molti trekking, noi la percorriamo in senso inverso per raggiungere questa vetta molto panoramica.

La partenza da Colloro

Pizzo Proman, La chiesetta dell’Alpe Lut
La chiesetta dell’Alpe Lut

Da Colloro saliamo fino al bacino idroelettrico di Rio del Ponte. La strada prosegue ma è vietata al transito. C’è chi si è spinto oltre, ma al ritorno le multe sui parabrezza fioccavano, quindi attenzione! La strada prosegue per circa 3km, ma è possibile tagliare verso l’Alpe Lut seguendo i segni bianchi e rossi. La chiesetta dell’Alpe è molto suggestiva immersa nei colori autunnali. Riprendiamo la strada asfaltata che termina poco dopo nei pressi dell’Alpe La Piana.

Inizia il sentiero

Lasciata la strada ci addentriamo nella valle, dove, uno dopo l’altro, superiamo dei bellissimi alpeggi. Il sentiero, dopo aver attraversato il Rio Motto, sale molto regolare attraverso un bosco di faggi. La vegetazione finisce e, in breve, siamo al valico dell’Alpe della Colma, punto di ingresso della Val Grande. Il Bivacco è molto bello, come tutti gli altri bivacchi della Val Grande ha un ampio tavolato al piano superiore dove poter dormire. Mangiamo qualcosa e ci copriamo visto che, come da previsioni, è entrato il vento da nord.

Dal bivacco alla vetta

Pizzo Proman, Quasi alla Colma di Premosello
Quasi alla Colma di Premosello

Ed ecco la Linea Cadorna, che taglia a mezzacosta le pendici del Moncucco. Il primo tratto è esposto ma molto largo, attrezzato con una catena. Lentamente guadagniamo la cresta, il panorama si apre sui quattromila del Vallese, oggi immersi nella classico muro del föhn. Non c’è nessuno, atmosfera magica. Siamo in vetta, il panorama si apre verso sud con uno scenario mozzafiato: il vento da nord che galleggia sopra la foschia ancora presente nel fondovalle. Impressionante dalla vetta la valle dell’Arca alle pendici del Pedum: l’anno prossimo ci voglio andare.

Una cima da non perdere

Itinerario molto bello per la varietà dai paesaggi che si incontrano: alpeggi, boschi variopinti di faggio e betulla ed infine passaggi in cresta panoramici. Gita autunnale ideale per portare a casa degli scatti suggestivi. Da non sottovalutare il fatto che è raggiungibile da Milano in un’ora e mezza. Un ringraziamento all’OKI che mi ha permesso di tornare alla macchina.