Il Piz Uter e la Val Arpiglia
Piz Arpiglia

Ha nevicato di recente per cui abbiamo un pericolo valanghe 3. Devo scegliere una ciaspolata tranquilla e priva di sostanziali pericoli, anche perché le previsioni meteo non sono buone. Si prevede vento forte, temperature basse e cielo nuvoloso con locali schiarite.

Scelgo quindi di andare in Engadina, dove ha nevicato di meno rispetto al versante Sud delle Alpi Retiche, e precisamente al Piz Arpiglia in compagnia di un bel gruppo di amici. Partenza per la Val Chiavenna, sosta obbligata al Moreschi, poi Passo del Maloja, San Moritz, Zuoz con deviazione verso la località La Resgia, dove parcheggiamo proprio all’imbocco della forestale che dovremo pecorrere.

Le previsioni meteo ci hanno azzeccato in pieno. Quindi freddino con un -6°C, cielo nuvoloso con qualche fiocco di neve e sprazzi di azzurro qual e là. Calziamo subito le ciaspole e cominciamo a salire per la forestale nel mezzo di un bel bosco lungo una traccia battuta che ci porta prima in direzione NE poi, dopo un tornante, in direzione SO ed infine in direzione E fino all’Alp Arpiglia a quota 2115 m.

L’ambiente è molto bello e si presta a numerosi scatti, grazie anche alla luce che varia continuamente. Dopo una breve sosta ripartiamo sotto una bella nevicata salendo in un fiabesco bosco di pini cembri secolari, fino ad una balza da dove vediamo la nostra linea di salita.

Si sale a questo punto lungo la dorsale E del Piz Arpiglia, con qualche zig zag per superare i tratti più ripidi fino ad arrivare a quota 2750 m dove pieghamo a S e lungo il crinale, con qualche leggero saliscendi, arriviamo alla vetta del Piz Arpiglia 2768 m circondati da nuvole e monti. Siamo a breve distanza dal confine italiano che delimita la Valle Federia e Livigno.

Sostiamo brevemente in vetta aspettando che il cielo si apra, ma causa il vento a raffiche e la temperatura decisamente sotto zero, rientriamo sui nostri passi dopo qualche veloce scatto. In discesa tagliamo per i declivi che ci fanno rientrare rapidamente all’Alp Arpiglia. Proprio ora le nuvole si diradano, qua e là occhiate di sole illuminano la valle e le cime. Riesco a vedere anche il Piz Kesch che ho salito lo scorso anno. Breve sosta con spuntino, foto e poi rientro.

Tappa a Piuro al Crotto Quartino approfittando del fatto che il sabato e la domenica è aperto da mezzogiorno a sera con orario continuato. Ci dividiamo sciat e gnocchi di Chiavenna, con una buona birra artigianale Valle Spluga e caffè. Sono le diciassette. Se abbiamo il “brunch” questo come lo dobbiamo chiamare?