Sulla cresta finale
Presolana, via normale, cresta finale

Finalmente la Presolana, un vero e proprio gioiello tra la Val Seriana e la Val di Scalve. Siamo io e Fabiana, partiamo con molta calma alle 13:30 dal Passo della Presolana. Bello ma prevedibilmente affollato il sentiero fino alla Baita Cassinnelli. Odio le mandrie, ma ero preparato psicologicamente.

Avvicinamento

Presolana, via normale, avvicinamento
Il comodo sentiero che porta alla parete

Dalla capanna in poi quasi solitudine, solo alcuni alpinisti in discesa dalle numerose vie di arrampicata. Giunti alla Cappella Savina pieghiamo verso destra e risaliamo un ghiaione terribile che ci porta alla Grotta dei Pagani.

Da qui inizia la parte più “tecnica” della salita, tutta segnata da bolli rossi. Prima paretina di II di circa 20m, con più possibilità di salita. Breve raccordo fino a un evidente diedro sulla sinistra. II diedro è ben appigliato e si supera facilmente. Traverso fino a un canale dove si trova una catena che agevola il superamento di una paretina strapiombante.

Presolana, via normale, la catena
La (facile) catena

Dopo la catena si arriva in cresta. La seguiamo fino a un ampia cengia detritica. Superata la cengia appare sulla destra il canalone che permette di raggiungere la vetta. Questo è forse il tratto più impegnativo, specialmente in discesa, direi un II+. Superata questa difficoltà il terreno torna più semplice fino alla cresta. Da qui, per facili roccette, raggiungiamo la croce di vetta.

Presolana, via normale, l’inizio della discesa della cresta
L’inizio della discesa della cresta

Non c'è nessuno, le nubi si sono diradate e la luce del tardo pomeriggio crea dei bellissimi contrasti. Impressionante la parete nord che precipita verso Colore. Scendiamo percorrendo a ritroso il percorso fatto in salita. Qui serve più attenzione, meglio non scivolare. Arriviamo soddisfatti al passo dove non ci facciamo mancare un aperitivo alla Casa Per Ferie Neve. Da non perdere la Formaggella della Val di Scalve in vendita dentro il bar.

La salita è semplice, l’abbiamo affrontata con le scarpette da trail senza corda. Per i più insicuri meglio portare uno spezzone di corda. Ambiente grandioso, merita!