Questa bella cima era già nei nostri piani da diverso tempo. Partenza anticipata alle 5 da Lissone per cercare di trovare un buon rigelo. Arriviamo presto nella desolata Schilpario dove lasciamo la macchina nei pressi di un comodo parcheggio, punto di partenza della nostra salita: siamo io, mio papà e Stefano.
L’inizio non promette bene: una bella e ripida strada forestale cementata, l’ideale per i nostri scarponi rigidi. Per fortuna si alternano tratti di sterrato e in breve raggiungiamo la Malga bassa di Voia. Le tracce qui si interrompono, non è facile trovare il percorso. Dopo qualche tentativo andato a vuoto troviamo dei bolli rossi e bianchi e ripendiamo a salire con decisione.
Il sentiero rimane sulla destra orografica del torrente: seguiamo la valletta fino ad una brusca svolta verso sinistra segnalata da una grossa freccia rossa. La neve è portante, e procediamo spediti, forse oggi niente ravanata! Usciti dal bosco, per ripidi pendii guadagniamo il Passo di Cornabusa. Curioso vedere come i cartelli indicatori continuino ad indicare sempre 2h per il Pizzo Camino!
![Pizzo Camino Canale Nord](http://images.ctfassets.net/rotmy72mdop6/3Tbs8WLwIpsSgpOSIhk7GG/249f4ff0e5cb50f0a3ea1a3812ba0e11/Sul_traverso_prima_del_canalone.jpg?fit=thumb&w=1440&fm=webp&q=70)
Dal passo, un lungo traverso ci porta alla base dello scivolo ovest. Neve perfetta, saliamo bene anche senza ramponi. La nostra intenzione è di percorrere il canalino NW, una variante della normale. Saliamo troppo e ci accorgiamo di essere sulla normale, quindi scendiamo di qualche metro e troviamo l’attacco. In pratica è il canale precedente a quello classico di salita, che sale parallelo a quest’ultimo. Pendenze sui 45° tranne l’ultimo tratto dove forse raggiunge i 50°(a volte scoperto), facile e divertente.
![Pizzo Camino Canale Nord](http://images.ctfassets.net/rotmy72mdop6/7bWQKICalm2wGXLS6vqH78/e473c956dec9740ca0579163c6c9e26d/Ste_nel_canale.jpg?fit=thumb&w=1440&fm=webp&q=70)
Uscita su una cengia molto scenografica al cospetto di ripide pareti calcaree. Da qui proseguiamo sulla sinistra in direzione E-NE sul versante meridionale per un traverso, reso insidioso dalla roccia friabile e dalla neve ormai cotta dal sole: è forse questo il tratto più delicato della salita. Per ripidi prati misti a roccette (bolli blu) raggiungiamo mio papà in vetta, salito dalla normale.
Foto di rito e poi discesa per la normale con neve ancora dignitosa e senza grossi sfondoni. Montagna molto bella e selvaggia, con scenari orobici di prim’ordine!