Dalla cima verso la valtellina
Pizzo Bernina 4049m

Dopo un tentativo fallito agli inizi di agosto, ci riproviamo ancora a fine mese. Partiamo con calma da casa per arrivare in auto a Campo Moro comune di Lanzada Valmalenco. Lasciata l’auto nel parcheggio a fianco del Rifugio Zoia a quota 2021, prepariamo gli zaini e con mio padre iniziamo la salita, che ci porterà al Rifugio Marinelli Bombardieri a 2813 m, passando per il Rifugio Carate a 2636 m e il sentiero a balze detto dei Sette Sospiri, immaginate perchè.

Arriviamo a metà pomeriggio e incontriamo Giuseppe della Rodolfa il Gestore del Rifugio Marinelli, nonché Guida Alpina. Sarà lui ad accompagnarci nell’ascensione. Subito ci troviamo in simpatia e trascorriamo la serata di venerdì piacevolissima e condita da un’ottima cena.

Sveglia al buio e partenza alle 4,30 per affrontare il sentiero, che sale ripido verso NE, in direzione del Passo Marinelli Occidentale a quota 3087 m. Dal Passo scendiamo per sfasciumi e blocchi fino a mettere piede sulla Vedretta di Scerscen Superiore, ci leghiamo e affrontiamo la rampa, ghiacciatissima, che ci porta all’attacco della ferrata. Qui comincia il bello! Un’altra estate molto calda ha ridotto notevolmente lo spessore del ghiacciaio e quindi:

  • il bordo del ghiacciaio è scostato di quasi due metri dalla parete e ci presenta una voragine senza fondo

  • la scala che ci doveva facilitare il passaggio è inutilizzabile

  • il primo piolo lo vediamo a più di sei metri sopra il bordo

  • il giorno prima ha piovuto, la notte ha ghiacciato e la parete è coperta di verglass, come i pioli da cui pendono graziosi candelotti di ghiaccio.

Con grande intuito Giuseppe si affaccia oltre il bordo e individua un terrazzino ove, facendo noi la dovuta sicura, riesce ad arrivare ed, in spaccata, posare i ramponi su un pianerottolo che gli consente di partire e salire sulla parete liscia di suo e di verglass. Riesce a raggiungere il primo piolo, cui sono appesi sfilacci di corde, e a risalire gli altri in posizione leggermente strapiombante. Fatta sicura ci recupera. Da brividi! Gli facciamo i complimenti, riconoscendo che senza il suo aiuto non saremmo mai e poi mai saliti con le nostre sole forze. Infatti altre cordate, viste le nostre acrobazione hanno desistito e sono tornate indietro al Rifugio Marinelli.

Saliamo lungo la ferrata, ora meno impegnativa, e raggiungiamo il Rifugio Marco e Rosa a quota 3610 m. Riposiamo un attimo al Rifugio, ove incontriamo il mitico Custode Giancarlo “Bianco” Lenatti, ma quando siamo pronti a ripartire, sorpresa! Giuseppe propone di salire con calma al Pizzo Bernina, così da trovare pochi alpinisti lungo la via, dormire al Marco e Rosa e fare l’indomani la traversata alla Forcola di Bellavista e rientrare al Marinelli attaverso la Vedretta di Fellaria Superiore. Le condizioni meteo sono ottime e quindi accettiamo entusiasti.

A mezzogiorno partiamo per la cima salendo prima lo scivolo di bella neve compatta, per poi arrivare alla cresta SE e salire la paretina, attrezzata con anelli per le soste, fino alla anticima italiana, Cima Perrucchetti, a quota 4021 m. Grande goduria! Sarà che dopo la ferrata nulla ci può fare paura, sarà che la roccia è buona e che le punte dei ramponi prendono benissimo, sarà l’ambiente con tutti i ghiacciai attorno, sarà la giornata splendida, sarà il Giuseppe che ci precede, ma saliamo rapidi con una bella ginnastica. Dalla anticima percorriamo la sottile ma breve cresta di neve con a destra e a sinistra gli impressionanti scivoli, che precipitano sulle Vedrette del Morteratsch e di Tschierva, ottocento metri più in basso. Poi sulle rocce del filo di cresta e con un ultimo risalto siamo in cima! Grande soddisfazione e gioia. Grazie a mio padre e a Giuseppe. Foto a più non posso e poi discesa. La discesa la affrontiamo rilassati e contenti, senza problemi o intoppi anche nella calata in doppia della paretina.

Al Rifugio Marco e Rosa ci offrono una comoda sistemazione nella cameretta riservate alle guide per cui, dopo una buona cena e nonostante il rifugio fosse pieno, ci facciamo una bella dormita. Il rifugio, totalmente ristrutturato, è veramente bello e confortevole e si trova su un balcone naturale con un panorama mozzafiato. Sveglia come al solito alle 4,30, colazione, vestizione e via dopo aver salutato e ringraziato “Bianco” e il suo cane.

La traversata sul ghiacciaio sotto la Cresta Guzza 3869 m, il Pizzo Argent 3945m. il Pizzo Zupò 3995m e i Monti Bellavista 3922m fino alla Forcola Bellavista 3688m è di una bellezza indescrivibile. Si passa fra crepacci enormi e serracchi maestosi, si continua su pianori e dolci dossi di neve sempre guardandosi attorno ammirati e stupefatti da tanta bellezza. Ma le sorprese non finiscono qui. Dalla Forcola di Bellavista si apre un altro splendido scenario, la Vedretta di Fellaria Superiore con il suo bacino di accumulo.

Discesi dalla Forcola e superata la terminale senza problemi, percorriamo in direzione S tutto il ghiacciaio verso il Passo del Sasso Rosso a quota 3510 m. Qui, altra visione indimenticabile, si passa sulla Vedretta di Fellaria Occidentale in direzione SO verso il Passo Marinelli Orientale a quota 3120 m. Lo si raggiunge girovagando fra crepacci, serracchi e pianori di ghiaccio ricoperto dalle scariche che cadono dal sovrastante Pizzo Argent. Dal Passo Marinelli Orientale raggiungiamo in breve il Rifugio Marinelli, ove il nostro Giuseppe, smessi i panni di guida, veste quelli di perfetto gestore, offrendoci pizzoccheri e vino in bottiglia di grande qualità e bontà entrambi.