Il giacciaio superiore del Basodino
Monte Basodino 3273m

Ancora con mio padre andiamo a completare il trittico delle cime più alte della Val Formazza.Dopo aver compiuto le ascensioni della Punta d’Arbola 3235 m e del Blinnenhorn 3374 m eccoci al Monte Basodino 3273 m.. Questa volta ci muoviamo da casa con tutta calma e in auto raggiungiamo Riale un gioiellino walser come tutti i paesi posti nella parte alta delle valli attorno al Monte Rosa.

Lasciamo la macchina in uno slargo all’inizio della strada sterrata, interdetta all’uso privato, di servizio alle dighe dell’Enel e che finisce al Passo di San Giacomo a 2313m. Prendiamo subito il sentiero che sale quasi diritto e taglia tutti i tornanti della sterrata. In breve si arriva al piano della Val Toggia, in vista della diga omonima, si tiene la sinistra e si arriva al Rifugio Maria Luisa a quota 2160 m dove passeremo la notte. Rifugio molto accogliente, una birra, cena più che discreta, poi in branda.

L’indomani partenza alle 6, tornando, leggermente indietro sul percorso fatto ieri, fino ad in contrare la deviazione per il lago Castel. Si passa sotto la diga seguendo una traccia di sentiero che risale la conca posta sotto la Bocchetta del Castel. La raggiungiamo per una rampa di sfasciumi quasi senza percorso obbligato.

Dalla Bocchetta del Castel posta a 2714 m bisogna purtroppo scendere un centinaio di metri, ometti, sul fianco E della Punta del Castel e raggiungere un pianoro coperto di neve. Qui indossiamo tutta l’attrezzatura imbrago, ramponi, corda da 8 mm 30 m, moschettoni, due viti da ghiaccio e cordini vari. Percorriamo il Ghiacciaio del Basodino Inferiore puntando verso S in direzione della cresta che scende dal Pizzo Cavergno ed ad un intaglio posto a quota 2980 m.

L’inverno è stato povero di neve e l’estate è stata calda sopra la media, per cui il ghiacciaio è tutto scoperto e molto crepacciato. Siamo costretti a fare molti zig zag per poter superare i crepacci molto ampi e profondi, spesso travandoci a percorrere sottili lame di ghiaccio nero fra un crepaccio e l’altro.

Arriviamo infine all’intaglio risalendo uno scivolo di rocce altamente instabili e ci troviamo sul pianoro del Ghiacciaio del Basodino Superiore. Data la debole pendenza non troviamo crepacci e con direzione SSE arriviamo in breve a un intaglio della cresta E. Qui con breve arrampicata, mai difficile, giungiamo finalmente in cima al Monte Basodino 3273 m. Sosta ristoratrice con salamino nostrano dell’Invernizzi di Barzio e poi discesa.

In discesa abbiamo seguito la traccia del nostro Dakota20 per risparmiare tempo, ma abbiamo preferito attrezzare un paio di soste con le viti da ghiaccio nei punti più critici fra i crepacci. Anche questa volta ce l’abbiamo fatta anche se, date le condizioni del ghiacciaio, non è stata un’ascensione banale. Da valutare di grado II- e difficoltà PD.